COLOMBIA
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Grazie a tutti
In poco più di 2 mesi, abbiamo già superato
24,000 lettori and growing!
Il primo febbraio, per riempre il vuoto di notizie dal mondo e dopo aver contattato amici giornalisti, donne e uomini disposti a darci una mano, abbiamo dato vita al quotidiano online ilcittadinoitaliano.com.
Una sfida epocale, in piena pandemia mondiale. Qualcuno avrà pensato che il nostro progetto era destinato a fallire ancor prima di iniziare.
A meno di un mese dal lancio, siamo felici poter dire che non solo i detrattori si sono sbagliati, ma addirittura la nostra testata ha già raggiunto un numero notevole di lettori che vanno dall`Italia, al Vietnam, passando per la Russia, Germania e Stati Uniti.
Questo non vuol dire che siamo contenti del risultato sin ora raggiunto. La strada è lunga e i sentieri sempre più tortuosi. Quello che ci rallegra è l`adesione di tanti collaboratori, pronti ad arricchire le pagine del neonato.
Per facilitare la lettura, abbiamo cercato di proporre al lettore, una grafica moderna e una navigazione molto semplice dividendo le sezioni del giornale, in varie zone. Gli articoli forniti dai nostri collaboratori, sono facilmente raggiungibili attraverso i link che abbiamo inserito in prima pagina. Rifacendoci a un detto celebre dell`inviato Rai in America: "Qui Nuova York a voi Roma", abbiamo suddiso gli articoli sotto la decitura " Qui Roma", "Qui Washington", "Qui Santo Domingo" e via discorrendo.
Una delle rubriche che andremo ad inserire prossimamente e redatte da Paolo Catuzzi, dirigente della società Diva di Perugia, tratterà le eccellenze italiane, mentre a Nicola Sparano, già direttore emerito del Corriere Canadese, di Toronto aabbiamo affidato le rubriche di sport e commenti inerenti alla grande comunità italo'canadese. Da New York, la corrispondente Giualiana Ridolfi Cardillo, ci racconterà le sue esperienze nella Grande Mela. Tra i nostri collaboratori, una penna astuta e pungente, quella di Paolo Canciani, già direttore di Telelatino, redattore di Radio Chin e dirigente di Omni TV.
Come potete notare, questi soltanto alcuni dei nostri gioranlisti di punta. A loro a breve si andranno ad aggiungere altri collaboratori residenti all`estero e in Italia. Infine da Roma una osservatrice speciale della politica: Dal suo osservatorio privilegiato, l`Onorevole Fucsia Nissoli, deputata eletta nella circosrizione dell`America Settentrionale e Centrale, ci racconterà cosa succede dentro la Camera dei deputati.
Nei prossimi giorni vi aggiorneremo su altri collaboratori e amici che entreranno a far parte della piccola grande famiglia del New Kid in the Block: ilcittadianoitaliano.com
Vittorio Coco
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Colombia: sale a 24 il numero di morti nelle proteste. Il Paese ha vissuto otto giorni consecutivi di mobilitazioni(ANSA) - ROMA, 06 MAG - Almeno 24 persone sono morte durante le proteste iniziate in Colombia il 28 aprile contro il governo di Iván Duque. Lo ha riferito mercoledě l'ufficio del Difensore civico del Paese, sottolineando che sul totale, 20 persone sono decedute per colpi di arma da fuoco, mentre in 11 casi il presunto colpevole sarebbe la polizia.. In Colombia esplode la "guerra della coca": attentato fa strage in una stazione di polizia
E'sicuramente uno degli attentati più duri subiti dalla polizia colombiana dall'avvio del processo di pace con le Farc, ma questa volta sembra che le ex guerriglie, o quelle ancora attive, non siano responsabili. Nella città di Barranquilla, nella tarda pomeriggio di sabato una esplosione ha distrutto buona parte della stazione di polizia del quartiere di San Jose'.
Cinque i poliziotti morti e 41 feriti gravi di cui 14 civili. Le massime autorità colombiane si sono recate già sul posto per portare la loro solidarietà mentre gli investigatori hanno istituito una ricompensa di 50 milioni di pesos (circa 15 mila euro) per ottenere informazioni sui responsabili dell'attacco. Allo stato attuale c'è un solo fermo, Cristiano Camilo Bellon Galindo, di 31 anni, trovato nelle vicinanze con una ricetrasmittente e dei fogli con gli orari degli agenti di turno.
Secondo il generale Mariano Botero Coy, comandante della polizia metropolitana di Barranquilla, il dispositivo fatto detonare a distanza era stato gia' installato nei giorni precedenti. Nessuna pista si esclude anche se quella delle guerriglie e dei paramilitari si affievolisce sempre di più
Sembra invece prendere piede l'ipotesi, stando alla stampa locale, che l'attentato sia stato fatto da narcotrafficanti messicani che controllano le principali coltivazioni di coca in Colombia. Secondo un report della giustizia colombiana e degli apparati antidroga degli Stati Uniti, i leader dei principali cartelli colombiani, soprattutto quello del Golfo, sono ormai indeboliti da catture, morti e ingenti sequestri di droga, patrimonio immobiliare e disponibilità liquida. I cartelli messicani dei Los Zeta, di Sinaloa e Jalisco - Nueva generacion hanno inviato molte persone nelle aree ad altra concentrazione di coltivazione di coca, a Cali invece negoziano gli invii di droga che parte dal porto di Buenaventura mentre nel Nariño nel Cauca hanno inviato esperti chimici per controllare la purezza del prodotto. Una informativa della Policía nacional spiega anche che non e' difficile intercettare i messicani presenti in Colombia per conto dei loro cartelli: "Fanno feste di due giorni a Cartagena, Santa Marta, Barranquilla e San Andres. Girano con suv blindati e a Medellin è facile trovarli nei migliori ristoranti sempre accompagnati da belle donne. Sono molto violenti e in questo superano i narcos locali".Dal processo di pace e in vista delle prossime elezioni politiche in Colombia, paese primo coltivatore di piante di coca nel mondo, si è aperta una nuova guerra che si prevede sanguinaria. Il governo di Bogotà, dopo 50 anni di violenze, è riuscito a fine 2016 a stringere un accordo di pace coi guerriglieri delle Farc, mentre con quelli del gruppo Eln (l'Esercito di liberazione nazionale) i negoziati sono ancora in corso.
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.Gli ippopotami di Pablo Escobar «sono una minaccia per l'ambiente, vanno abbattuti». Scoppia la protesta
«Gli ippopotami di Pablo Escobar «sono una minaccia per l'ambiente, vanno abbattuti». Scoppia la protesta
Per il re dei Narcos che li importò illegalmente erano uno «status symbol». Oggi si riproducono senza controllo e mettono a rischio la biodiversità. Le critiche della popolazione locale: sono una risorsa economica per una regione che vive di turismo
I quattro ippopotami importati illegalmente in Colombia negli anni Ottanta per lo zoo privato dell'ex re dei narcos Pablo Escobar sono «notevolmente aumentati negli ultimi decenni» e ora rappresentano «una minaccia per la biodiversità». È questo l'allarme lanciato da un gruppo di scienziati che chiedono l'abbattimento dei pachidermi, come riporta il Guardian.
Dopo la morte del narcotrafficante, nel 1993, molti animali del suo zoo privato (all'interno della sua Hacienda Napoles, a Doradal, con rinoceronti, elefanti, giraffe e altri animali esotici) furono spostati in altre strutture, mentre questi grandi mammiferi vennero liberati nel fiume Magdalena, ambiente rivelatosi ideale per la loro riproduzione: oggi si contano circa 80 esemplari. Secondo un recente studio, pubblicato sulla rivista scientifica Biological Conservation, si potrebbe addirittura arrivare al superamento di quota 1.500 entro il 2035. «Credo che sia una delle più grandi sfide delle specie invasive nel mondo», ha commentato Nataly Castelblanco-Martinez, ecologa dell'Università di Quintana Roo in Messico e autrice principale dello studio. Per controllarne la popolazione, si era ipotizzata anche la strada della sterilizzazione, un procedimento complesso e molto costoso, contestato da diverse associazioni animaliste.
E anche l'idea di abbattere gli ippopotami ha suscitato non poche critiche da parte non solo di alcuni animalisti, ma anche della popolazione locale, che li ritiene anche un'importante risorsa economica in una regione che vive di turismo: i circa 3mila ettari della Hacienda Napoles, infatti, sono stati trasformati in un parco tematico, dove questi animali circolano liberamente.
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